L'anidride carbonica



Com'è noto, per nutrirsi, le piante utilizzano un particolare processo chimico: la fotosintesi clorofilliana.
Questo processo è possibile grazie alla particolare struttura delle foglie.
Nelle cellule delle foglie, sono presenti i cloroplasti che contengono la clorofilla, un pigmento verde che assorbe l'energia dalla luce solare.
Nella pagina inferiore della foglia invece, troviamo gli stomi, piccole aperture dell'epidermide, attraverso i quali avviene l'interscambio di gas (anidride carbonica presente nell'aria) e ossigeno (prodotto dalla fotosintesi).
All'interno della foglia vi sono inoltre dei sottilissimi canali lungo i quali scorre l'acqua proveniente dalle radici e il glucosio prodotto dalla fotosintesi.
La combinazione di luce proveniente dal sole, dell'anidride carbonica presente nell'aria e dall'acqua assorbita dall'apparato radicale, innesca la fotosintesi clorofilliana, mediante la quale la pianta produce il glucosio, la sua fonte energetica. L'ossigeno che si forma durante la reazione chimica, è poi liberato nell'aria.
Di seguito lo schema della fotosintesi clorofilliana.




Abbiamo visto quindi quali sono gli elementi indispensabili per la fotosintesi clorofilliana.
Quando coltiviamo le nostre piante all'interno di terrari, ci preoccupiamo di dar loro acqua "buona" e in abbondanza, abbinata ad una corretta illuminazione, dimenticandoci spesso uno degli elementi basilari per la fotosintesi clorofilliana: l'anidride carbonica o CO2.
Per migliorare lo sviluppo e accelerare la crescita delle piante possiamo immettere all'interno dei terrari con dosi più o meno concentrate di CO2 per favorire una corretta fotosintesi clorofilliana.
A tale scopo, possiamo utilizzare pastiglie di CO2 da scogliere in acqua, bombolette contenenti CO2 sotto forma di gas oppure produrre l'anidride carbonica in modo del tutto artigianale sfruttando la fermentazione del lievito di birra a contatto con una soluzione zuccherina.
In ogni caso, vi sono regole ben precise che vanno rispettate affinchè la CO2 possa essere sfruttata al meglio.
1) La saturazione di CO2 all'interno del terrario deve essere massima durante le prime ore di accensione delle lampade, periodo durante il quale le piante si "svegliano", gli stomi si aprono per favorire l'assorbimento dei gas presenti nell'aria.
A lampade spente (fase notturna) la somministrazione di CO2 può essere sospesa mediante particolari meccanismi.
Un'erogazione notturna di CO2 non è in ogni caso dannosa per le piante, può essere considerato un semplice spreco di anidride carbonica.
2) La luce deve essere idonea per le piante in coltivazione nel terrario, in caso contrario l'apporto di CO2 risulta ininfluente per lo scopo per il quale è utilizzata.
3) Attenzione all'apporto idrico, una corretta fotosintesi clorofilliana, implica un maggior assorbimento di acqua da parte dell'apparato radicale.
Personalmente preferisco il "fai da te", qui di seguito voglio riportare una piccola guida per produrre in modo artigianale l'anidride carbonica e un semplice impianto per la sua diffusione.

Materiali per la costruzione dell'impianto:
1) Barattolo di plastica con tappo ermetico.




Attenzione: non utilizzare MAI contenitori in vetro, in caso accidentale in cui la CO2 rimanga all'interno del contenitore, vi è la possibilità che questo possa esplodere per l'eccessiva pressione.
Con questo progetto la percentuale che ciò avvenga è praticamente nulla, ma... meglio non rischiare.
2) Raccordo di plastica di quelli utilizzati in giardinaggio per unire due tubicini.
3) Tubo di gomma
4) Colla a caldo
Prendiamo il tappo del barattolo e pratichiamo al suo centro un piccolo foro adatto ad infilare il raccordo di plastica fissandolo con della colla a caldo.




Applichiamo un'estremità del tubo di plastica nel raccordo (parte esterna del tappo), l'altra estremità dovrà essere inserita all'interno del terrario, per far questo ho praticato un piccolo foro sulla parte laterale del terrario stesso.




Molti progetti trovati in rete, prevedono di interporre tra il barattolo e l'entrata del terrario un gocciolatore per flebo, in modo da poter regolare il flusso della CO2.
Ovviamente un settaggio errato del gocciolatore, provoca un aumento della pressione all'interno del barattolo con la possibilità che questi possa esplodere.
Lasciando libero il flusso di CO2 dal contenitore al terrario, avremo una durata minore della CO2 prodotta, ma di controparte, il pericolo esplosione è praticamente azzerato e la saturazione di CO2 all'interno del terrario sarà sicuramente più veloce.

Preparazione della CO2:
Il metodo più semplice consiste nel mescolare acqua, zucchero e lievito.
Questo metodo però ha lo svantaggio di avere una notevole produzione di CO2 nei primi giorni per poi diminuire, ciò rende difficile un'erogazione stabile del gas.
Per ovviare a questo, è sufficiente fare in modo che lo zucchero entri in contatto con il lievito in modo graduale permettendo così una produzione di CO2 costante e duratura nel tempo.
Utilizzeremo quindi lo zucchero in di gelatina che sciogliendosi lentamente farà fermentare il lievito in modo continuo e regolare con una conseguente produzione di CO2 prolungata.
Ingredienti:
50 ml di acqua per la soluzione zuccherina
100 ml di acqua tiepida per sciogliere il lievito
90 gr. zucchero
1 cucchiaino di colorante per alimenti
3 gr di colla di pesce (1 foglio e mezzo)
3 gr. di lievito di birra (utilizzare sono quello fresco e non quello in polvere)
Versiamo in un pentolino i 50 ml di acqua e portiamola all'ebollizione.
Aggiungiamo lo zucchero e mescoliamo per bene fino a quando questo sarà completamente sciolto e la soluzione diverrà trasparente.
Versiamo nel composto ottenuto un cucchiaino di colorante.
La colorazione non è basilare, servirà solamente ad individuare il livello residuo della soluzione zuccherina.
A parte, ammorbidiamo la colla di pesce in acqua tiepida, poi aggiungiamola al composto zuccherino, mescolando per bene fino ad ottenere un composto omogeneo.
Versiamo il tutto nel barattolo e mettiamo il frigorifero per 3 - 4 ora fino a quando il composto risulti gelatinoso e compatto.
Prendiamo la restante acqua (100 ml) e stemperiamo il lievito di birra.
Versiamo l'acqua e lievito all'interno del contenitore, chiudiamo bene il tappo ed infiliamo l'estremità libera del tubicino nel terrario.
Il nostro impianto di CO2 è pronto.




Dopo 2 - 3 ore, inizieranno a formarsi all'interno del barattolo delle piccole bolle.... la produzione di CO2 è iniziata.




Quando la soluzione gelatinosa sarà esaurita (utilizzando il colorante è facile vederne il livello) non dovremo far altro che pulire il barattolo e preparare nuove miscele di zucchero e lievito.

Quello che segue è un ulteriore progetto per la realizzare di un impianto più "professionale" rispetto a quello appena visto.
L'impianto sarà dotato infatti di un piccolo accorgimento che ci permetterà di regolare o addirittura sospendere l'erogazione della CO2 prodotta.

Materiali per la costruzione dell'impianto:
1) Bottiglia di plastica.




Attenzione: utilizzare ESCLUSIVAMENTE bottiglie di plastica per bevande gassate, la particolare struttura permettere loro di resistere a sollecitazioni interne di pressioni molto elevate.
2) un gocciolatore per flebo (si possono trovare in farmacia ad un costo inferiore ai 2,00 €.




3) Colla a caldo
Prendiamo il tappo della bottiglietta e pratichiamo al suo centro un piccolo foro adatto ad infilare il beccuccio del gocciolatore, fissandolo con della colla a caldo.




L'altra estremità del tubicino collegato al gocciolatore, andrà inserito opportunamente all'interno del terrario.
L'impiante è così pronto.




Per regolare o bloccare il flusso di CO2, basterà agire sulla piccola rotella del regolatore di flusso del gocciolatoio.